Un nuovo guardiano per le Piramidi di Giza? In uscita “L’alba di una nuova Sfinge”
L'autore Damiano Piras presenta una nuova, concreta e affascinante ipotesi relativa al maestoso complesso di Giza

Nel celebre Altopiano di Giza, sorge uno dei simboli più potenti e misteriosi del pianeta: la Grande Sfinge. Ma cosa accadrebbe se questa figura iconica non fosse mai stata concepita per essere sola? Se il suo volto enigmatico non fosse che una metà, una parte di un progetto più grande, rimasto in parte nascosto sotto la sabbia per millenni?
Damiano Piras parte da questi interrogativi nel suo nuovo saggio, "L'alba di una nuova Sfinge": un'opera che unisce rigore analitico e passione per l'ignoto, indagine scientifica e spirito di ricerca archeologica.
Il testo propone, con argomentazioni approfondite e documentate, l'ipotesi dell'esistenza di una seconda Sfinge, simmetricamente disposta rispetto a quella conosciuta, e parte integrante di un progetto unitario. L'autore costruisce una ricerca dettagliata su più livelli, basata su analisi geometriche, astronomiche, storiche e religiose, individuando una precisa area a Ovest della Piramide di Cheope come possibile sede originaria di un secondo monumento leonino. Il saggio si distingue per il metodo e per la volontà di uscire dalla dicotomia tra ortodossia accademica e speculazione alternativa: il risultato è una lettura nuova del paesaggio sacro egizio, che ne riscopre la coerenza architettonica, il simbolismo e la funzione rituale originaria. Le evidenze raccolte sul campo durante le osservazioni equinoziali, insieme ai dati computazionali, suggeriscono l'esistenza di una simmetria celeste perfetta, concepita per essere percepita solo in precisi momenti dell'anno: un indizio, secondo quanto scoperto dall'autore, di un sapere antico legato ai cicli cosmici e ai moti celesti, ancora più raffinato di quanto, fino a oggi, si fosse compreso.
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